giovedì 6 settembre 2007

Il Dottor Castrovalva /6

Ero incuriosito da quell'ultima sua affermazione. Non tanto per quanto enunciava, dato che le conseguenze dell'azione descritta non parevano essersi ancora tradotte in opacità delle superfici o in trasandatezza dell'ambiente, quanto per il tono in cui era stata enunciata. In quel tono c'erano al contempo tristezza, noia, rabbia, delusione ed un senso inqualificabile di liberazione. Intuendo cosa stessi pensando, Castrovalva tenne a precisare: "Non l'ho mai toccata. Era un gioello d'ebano dentro una teca. Ogni tanto mi premuravo di controllare se c'era ancora, ma il più delle volte davo per scontata la sua presenza. Ora che non c'è, mi manca. Ed al tempo stesso rimpiango il tempo in cui è stata con me, perchè so che chi la possiede ora ha un rapporto con lei che io non mi sarei mai sognato di avere, o anche solo di chiedere: ero felice di averla con me e sapevo non avrebbe mai accettato di essere qualcosa di più di quel che era, madre, moglie e sorella. So che anche tu non riuscivi a toglierle gli occhi di dosso." "Io non..." mi interruppi, perchè sarebbe stato inutile negare. Chiesi: "E quale è il motivo per cui..?" Castrovalva mi fissò negli occhi per qualche istante prima di rispondere con freddezza: "Cloni."

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