giovedì 1 ottobre 2009

Al tramonto, la carnefice

Nelle giornate che si trascinano sempre uguali, in inutili argormenti sull'impossibilità del divenire e sulla ineluttabilità della solitudine presente e futura, non posso non chiedermi che cosa sto aspettando, sapendo che non arriverà nulla. La risposta che mi sono dato è: il carnefice. Questa figura mitica è l'ultima donna, la predestinata, il cui rifiuto sarà il decreto della mia annichilazione. Alcuni volti del passato o potenze di domani hanno nella loro stessa esistenza la promessa del supplizio. Alcune sarà meglio non incontrarle, anche se la loro presenza nel mondo non riesco ad ignorare, altre sarà inevitabile... Quel che sarà, sia. Oggi non mi importa. C'è poca voglia di andare avanti, anche se quel poco mi farà svegliare domattina.

martedì 29 settembre 2009

Incrocio

Chissà perchè quando la incontro ci tiene sempre a farmi sapere che è fidanzata. E quel che segue è sempre il ritirarsi di un'onda dalla spiaggia, schiuma che scompare frizzando. Soffice sorriso, madonna dai piccoli denti. Persa molti anni fa, come tante. Come troppe. Ma per quanto mi chieda, mi rifiuto di confessarle che la mia vita ha smesso di progredire da molto tempo.

martedì 22 settembre 2009

Nuova Feltrinelli a Genova via Ceccardi

Alcune precisazioni: non vorrei essere eccessivamente pedante o lamentevolmente fastidioso, ma, altresì, non riesco a non notare come, in una libreria all’una e mezza, in piena pausa pranzo, uno vorrebbe non essere costretto a farsi largo a spallate. Anche se inizialmente promettente da un punto di vista commerciale, alla lunga potrebbe generare indolente disaffezione da parte di alcune maggioranze di topi da libreria. Eppoi la classica così vicina al cielo, vertice di scala, ma sempre in zona di transito. Chissà. Mio dio, che rumore nell’incrocio e perché c’è sempre quacuno che copre le zone su cui l’occhio vuol cadere ed i reparti un tempo più appartati, per quanto spogli, allora e adesso, sono isole nella corrente. Sarà che cercavo qualcosa di specifico, non trovandolo, ma la seconda volta ha infranto quell’euforica impressione della prima. Oggi ho salito solo tre gradini, ma ho sempre in testa Bologna quindici anni fa. Forse oggi è diverso, o sono solo differente io, ma chissà, delusione.

venerdì 11 settembre 2009

the last time the next time

Averla incrociata quattro volte in tre anni è in fondo troppo poco per considerare in azione uno scellerato piano del Fato. La cosa certa è che quelle quattro volte sono rimasto senza parole. Ha qualcosa di totalmente magnetico, una carica di segno opposto alla mia. Mi ero ripromesso di conoscerla qualora l’avessi incontrata di nuovo. Ma anche ieri mi sono mancate le parole. Il dubbio è se ella sia il destino o l’araldo di una più annichilente sventura. La prossima volta…

lunedì 7 settembre 2009

Cambia(men)to interven(u)to

Raggruppamenti di comodo: isterie interinali e cacofonie a progetto, mentre non riesco a sapere che cosa devo cercare, mentre mi suggerisco di essere sicuro di non averlo ancora trovato. All’alba il cielo era colr dell’ambra, fiamme coronano i monti in lontananza. Ora rimane solo il fumo, ed i canadair che giocano placidi sul cielo. Cambiamenti, di orari di localizzazioni di procedure di compensi di lavoro. Ma più cambio e più mi perdo, sono lontano dall’avvicinarmi ad un punto. Mentre certe verità si accertano, apertura di prospettive, mentre tutti gli sguardi gridano immediati il rifiuto. Nessuna compagnia, mentre il desiderio apre lo spettro, e provo ribrezzo e non riuscirei mai a pagare. Segno. Destino. Causa ed effetto di un errato divenire. Non c’è che il silenzio, improvvisi e notturni di pianisti morti che echeggiano in altre stanze.

martedì 19 maggio 2009

Infestazione

Inizia l'estate. Non mi conforta sapere che rispetto all'anno scorso, rispetto all'anno ancora precedente, ancora, ancora indietro, quasi all'infinito, ma forse bastano 20 estati, forse di più, forse di meno, non c'è nulla di diverso. Cloni maledetti, bastardi ventrepiatto, insulsi pennelloni, oh che bello, oh che simpatico, a me piacciono i bastardi, eccetera, e tutto il repertorio, più aumenta il caldo, più diventano invasivi, detestabili e fastidiosi. Mentre per altri flagelli estivi si può ricorrere alla disinfestazione, per questi abomini non c'è rimedio.

giovedì 14 maggio 2009

Veleno

Ogni fibra delle mie carni è colma di veleno, intossicato dal vuoto. Perchè tutto ciò che dovrebbe esserci non c'è, tutto quello che potrebbe essere non è, e lo spazio concavo si riempie di pus e di vermi. Tossine che si sommano a tossine, mentre è difficle smaltirle. Veleno. Quanto riesci a sopportare, prima che incomincino le convulsioni? Rivoltante. Nessuno te lo ha ancora detto, questo. Ma il tempo tende a correggere gli errori di questo genere.

lunedì 11 maggio 2009

Scrittura poco sacra

C’è stato un tempo in cui ero capace di scrivere in modo comprensibile, allegro e gradevole. Con un buon numero di parole potevo, ad esempio, descrivere in termini realistici una giornata. Mentre ora tendo ad essere sintetico, esoterico, e, in mancanza di un termine che riesca a descrivere in maniera più appropriata lo stile che tendo ad usare, opaco. Perché non riesco più a ritrovare quel distacco che sarebbe necessario a trasformare la vita che mi circonda in un quadro variopinto di parole e punteggiatura.
Per caso, pochi minuti fa, ho ritrovato un file in cui descrivevo una gita in montagna. Non mi ricordavo neppure di averlo scritto e, da principio, mi sono chiesto chi ne fosse l’autore. Continuando a leggere ho ritrovato alcuni accenni che non potevano che indicare che proprio io ne fossi l’autore.
Ho sentito parlare di farmaci che fanno perdere selettivamente la memoria, come la pillola di Torchwood. Se non l’ho già presa, mi piacerebbe provarla. Anche se, come dice quella poesia sulla reincarnazione, le ultime parole ad ogni mia morte sono state una bestemmia.Mi piacerebbe, a questo punto, fare una cosa che non ho mai fatto: iniziare a tenere un diario che registri i fatti, che li racconti, che li oggettivizzi, cristallizzati al di fuori di me. Magari nel modo più semplice. Soggetto, verbo, complemento se serve. E solo qualche commento e qualche a parte di rinforzo. Ma so già che mi perderò anche in questo proposito. Non lascerò nulla diero di me che incomprensibili parole. Se la chiave ultimamente sono un pugno di canzoni di Robert Calvert, domani o ieri le fonti cono talmente oscure o autoreferenziali che anch’io, a volte, mi ci perdo.

mercoledì 29 aprile 2009

inverse poetiche senza rima e senza verso

Poesia il mondo essere insieme di parole in spirali che si modellano tra loro in modi si accostano significati generando nuovi impossibile se trovarla un morto aperti con gli occhi inversione solo due passo. Parole per tutti senza me oggetto o soggetto tranne che per me. ostentando freddezza al posto delle lacrime. tagliare fuori. tranne nel sogno. non si mente nel sogno.

martedì 14 aprile 2009

Death trap

Ho concluso quel che potevo e volevo concludere. Tra poco più di un mese non avrò più nulla. Dovrò iniziare tutto di nuovo da capo. Oppure smettere di inseguire la vita, arrendermi all'impossibilità del divenire, ed abbandonare il mondo. Esilio dal mondo. Ovvero ricerca di un mondo vuoto. La morte è per gli schizofrenici ed i depressi. Avessi una malattia potrei curarla. Anche se davvero non si può gurire dallla schizofrenia o dalla depressione, ci sono modi per tenerle sotto controllo. Le pilloline della felicità. Non per me, niente di tutto ciò. La tristezza che provo, mentre ogni rifiuto è uno, non ha un nterruttore. E' come una miccia che brucia lenta verso le polveri. Ma l'esplosione che mi libererà da ogni umana sofferenza è lontana oltre l'orizzonte. Niente autobiografismi, ma la tensione cosmica del mio inconcludere alcunchè, trovarmi a mezzavia senza nulla e nessuna, oppure molto meno di metà, che quarantatre è un numero perfetto, o RC, monkey on elastic, feelin' like Jesus Christ headin' for the station(/ of the Cross)... Arreso casomai demonica persistenza tempo zero.

lunedì 30 marzo 2009

Lettera alla Dea

L’Amore è sordo ed ascolta, capendo, solo quello che ascoltando vuol capire. Se nel tuo mondo non c’è posto per me, nel mio ce n’è fin troppo per te. La febbre che mi sono preso è colpa del passaggio repentino dalla calda camera delle domande al gelido stanzone delle risposte. Vivo in un tempo zero in cui tutti i rifiuti sono uno. Non so se non mi capisci, se non vuoi capirmi, se non te ne frega nulla di farlo. Ma perché, alla fine, chiunque va bene basta che non sia io? Se non ho nulla che non va, perché non vado bene? Condividere con te un tramonto ed un sorgere del sole, non ho mai chiesto altro. Non chiedo altro. Anche solo una volta. Non sono bello, non sono ricco, non ho esperienza, non sono particolarmente intelligente , non faccio sport, sono solo un insieme di negazioni, ma con te, anche solo per un attimo, sono sicuro che ritroverei la direzione del divenire. Sono fermo da troppo tempo, perché non so dove andare, perché ho perso la volontà di proseguire, perché mi manca una dimensione dell’essere. La definizione ultima dell’essere umano è il suo risolversi in una pluralità di dimensioni, ma l’assenza di una sola di esse appiattisce tutto il resto. Aiutami ad essere completo, ti prego. Mia madonna, mio idolo, mia dea.

martedì 17 marzo 2009

Analfabetizzazione

Io sono il cantante afono,
sono il poeta analfabeta,
senza attese, senza nessuno,
ricordo le mie vite precedenti,
malgrado tutte si siano concluse
con una bestemmia sulle labbra.
Ululato di impotenza
visione lussuriosa nota
sensibile di dare ma non
posso che sognare mentre
il kraken mi morde le viscere.
Parole intorno
voci che su voci
si sovrappongono
vocaboli che sono insiemi
di consonanti e vocali senza senso,
che ci faccio qui?
All'angolo una mentre l'altra per caso,
guarda l'anello che quell'altro mi ha regalato,
da tre anni, il surfista, non c'è posto per me,
mai, come un'altra ancora.

lunedì 2 marzo 2009

New deal...

Basta con gli autobiografismi. Basta con i piagnistei di carta e inchiostro. Solo il pensiero deve rimanere dolente, suo malgrado, per colpa della temperatura esterna. Ma quello che scrivo, che andava man mano inaridendosi seguendo la direzione dell'impossibilità di essere amato ed essere felice che sto sperimentando nella vita reale, deve e vuole essere qualcosa d'altro!!!! L'anima messa a nudo deve produrre musica con il suo vibrare. Il grido di lamento deve avvolgersi di metallo e colpire distruggendole le montagne. Altrimenti non ha senso prendere la penna in mano, mettere la tastiera sotto le dita. Non tradisco quello che provo, la disperazione e l'abisso, il desiderio e l'annichilazione.

mercoledì 25 febbraio 2009

L'atteggiamento giusto


Ha ragione lui. E' ventotto anni che ribadisce il concetto, ed ora posso dirmi convinto.