giovedì 31 luglio 2008

la Lama, la Strega e la Filastrocca

Ogni pensiero è ormai sinonimo di tristezza. Ed il solco che ci divide sta diventando fossato. Ho visto una strega ieri, giovani carni pallide. E mentre rinuncio a ricoprirti d'oro, non posso fare a meno di provare rancore contro il mondo. Chiunque che non sia io, filastrocca ripetuta per millenni. Nessuna prospettiva. Non per me. E come il Capitano dell'Aurora, non posso che perdere progressivamente la speranza nel futuro. Cosa voglio di diverso da ciò che vogliono tutti? Perchè non mi è concesso nulla di quanto per altri, per tanti altri, è un dato scontato. E ci vorrebbe un punto interrogativo, ma è inutile non essendoci una risposta. E neanche la giovane strega si è accorta della mia esistenza. Sento la spinta a regalarti la luna, ma sopporto in silenzio il tuo donarti ai cloni e resisto. Ormai sei una lama nel cuore. Che sta smettendo di sanguinare perchè il sangue è finito. Finito. Ma quanto può durare questa tortura?

lunedì 28 luglio 2008

Minaccia

Il gioco delle alternative va conchiudendosi. Alcune vie semplicemente portano in luoghi bui. E tanto amore non fa altro che produrre bruciando nuvole d'odio. Odio per il mondo, odio per coloro che ci vivono sopra. E rifiutatemi, emarginatemi, negatemi bellezza e felicità, non vi darò la soddisfazione di vedermi piangere. Ma attenti a non morire, cloni bastardi.

domenica 20 luglio 2008

CANTATA


Cito a memoria da una cantata del periodo romano di Handel:


Perchè non dona ad altri

le sue acque il fiume?

Perchè al mare le promise

Binario tronco

Dopo un breve viaggio, il treno entra in stazione, cinque minuti di ritardo, ci scusiamo con la clientela per il disagio, e, scambio dopo scambio, viene indirizzato sul binario tronco. Mentre ascolto una trasmissione mattutina che mi racconta come l'attrazione, la ricerca dell'anima gemella e l'amore siano determinati dai livelli di un ormone chiamato testosterone che è al contempo responsabile del buon funzionamento del cervello, scopro di essere un insieme di geni che scomparirà vittima delle leggi dell'evoluzione. Che poi sia evoluzione, involuzione o stagnazione, non mi deve interessare. I miei ormoni non ricevono risposta. La felicità non è raggiungibile. La mia mente è destinata a spegnersi. Lentamente. Nessun contributo al miglioramento della specie umana. Tutto perso. I cloni hanno vinto.

giovedì 17 luglio 2008

A look at the sunny side

Si parla tanto di crisi dell'economia globale. Aumentano i prezzi, diminuiscono i consumi, l'inflazione schizza in alto... e così via. Ma bisogna avere fiducia: una grande e bella catastrofe successissiva al tracollo del sistema capitalistico ci sbarazzerebbe sicuramente di: 1) carrozzieri disonesti; 2) animatori turistici in vena di far carriera; 3) giovani briatori cocainomani. Forse ci toglieremo di torno anche i palazzinari e forse i pallanuotisti, i calciatori e assimilabili. Certo rimarei comunque solo e spiantato, ma sicuramente sarei più contento.

martedì 15 luglio 2008

Pigrizia

La consapevolezza di non poter essere altro che quello che sono la inghiotto ma non la digerisco. Assolutamente. Definito pessimista, fissato, insopportabile, pesante e pazzo, vorrei che luccicasse almeno, sotto l’acqua, sotto il fango, un ninnolo di speranza.

Ma il lago rimane opaco, anche nelle belle giornate, l’acqua non è mai limpida.

Solitamente, nella patologia o nella normalità, le tensioni che mi spingono di qua o di là, onde contro gli scogli, generano stupratori e serial killer. Il gentilsesso deve solo ringraziare la mia pigrizia.

lunedì 7 luglio 2008

Space voyage

"Non alludo semplicemente ad un disagio rispetto a quanto mi trovo intorno o di fronte, ma semplicemente a un dolore esistenziale che mi fa chiedere se valga la pena continuare." sussurrò il Capitano, senza distogliere lo sguardo dal visore di prua che continuava a trasmettere l'incessante variare degli ammassi stellari, mentre l'Aurora scivolava con incoscienza nel vuoto iperspaziale tra Terra e Mare, terzo pianeta del secondo sistema stellare a destra della costellazione della Bilancia. "Nel momento in cui non c'è speranza nella possibilità che la rotta cambi, non c'è alcuno stimolo al divenire materiale o allo sviluppo orizzontale della prospettiva. Se si è arrivati alla fine del viaggio e la destinazione non piace, nell'impossibilità di ripartire, tanto vale affogare." Il tempo nell'iperspazio è del tutto indipendente dalla gravità, così gli sforzi che il Nostromo aveva fatto per dimagrire si erano rivelati vani non appena superato Rigel IV. L'unica donna a bordo si chiamava Hope. Al Capitano era stato proibito anche solo di immaginarne il colore dei capelli. Il Nostromo pensava fossero biondo-verdi come quelli di sua nonna. Ad Hope, dal canto suo, bastava immaginare di sedurre il drone industriale che con il suo trapano a percussione fissava in successione i perni che le vibrazioni del viaggio iperspaziale tendevano a fare uscire dai loro orifizi metallici. Adorava il suo elmo cromato d'azzurro. Accarezzando il cavo d'accompagnamento del drone, non poteva fare a meno di provare nostalgia di casa. Il Capitano sospirò, mentre il collo del Nostromo si spezzava per l'accellerazione improvvisa ed il drone sintetizzava: "Foglie Morte." I capelli di Hope non erano biondo-verdi o almeno non più.

Sei secoli dopo, su Mare, un dinodoploco alzò una delle sue dodici antenne visive dalla sabbia, disturbato dall'ultimo frammento dell'Aurora che bruciava nell'atmosfera con un fastidioso sibilo insonoramente sordo.

Profeta inascoltato mancato

Passo il weekend in compagnia dei morti sentimenti di serie televisive già trasmesse, guardando altri sviluppare fantastiche vite d'amore e di morte. Ed interrompo per ascoltare gli hawkwind, irreale utopia, attacco sonoro di un tempo ormai perso. Mi viene voglia di diventare un profeta, ma al termine m'accorgo come il mondo sia ormai in mano ai cloni che, senza sforzo ed impavida incoscienza, ottengono tutto ciò che vogliono. Basta chiedere. Per loro la risposta è sempre sì. Hanno vinto, ed il mondo sta andando in malora. Contenti loro.

venerdì 4 luglio 2008

Attacco estivo

Il calore del sole li rivela di giorno, insieme di griffe e muscoli non funzionanti, senza occhi, solo occhiali, pelle color cuoio. Addominali, addome, domine. E le gregarie compari in coppia. Riviste 'patinate e marche, discobeach, happy hour, cocaina. Sulle moto, motorini, assenza di regole. Re, dio, imperatore al Governo, fedifrago. Ma non cambierà. E se fino a ventanni fa più l'età si avanzava e si costruiva un diverso rapporto tra le persone forse, o è solo un passato mitico inesistente, mentre adesso si è eterni ventenni con l'ethos di Quelli. Fuori dalle loro tane. E troppe coppie, troppie.

Occhio di lucertola. Nascosto. Aborigene. Insetti. Ali. Bruchi. Vermi. Carne. Ventre. Madonna. Labbra. Bacio. Impossibilità. Suicidio. Morte. A. Le associazioni, conseguenze irredimibili del divenire. Il mio aspetto non è una variabile indipendente. Se dovessi o potessi scegliere non avrei dubbi.

giovedì 3 luglio 2008

La Maschera

Indossarla non è + facile come lo era in passato. Il tempo trascorso ne ha opacizzato la superficie e screpolato la smaltatura. Ed è diventata pesante. Le cinghie che la assicurano al vero volto si stringono come uno strumento di tortura. Ma, lo stesso, la Maschera is on.



But... but... but... butter booty

Girls around 'r hot an' cutie



A wooden angel enlights my memories



A slutty demon rapes my future
A demon slut burns my soul



My naked heart unchained to you



I've lost hope, I'm loosing my grip on reality



angels, demons, sluts and witches

tear my soul in tiny pieces

An android

A metà degli anni ottanta del secolo scorso, ci si assembrava di fronte al portone della scuola per dieci minuti, un quarto o mezz'ora, attendendo che s'aprisse al suono della campana. Di quell'assembramento ricordo poco e niente. Eppure è stato per tre anni di fila, 9 o 10 mesi l'anno. Pochi volti di quelli che dovevano essere dai duecento ai trecento bimbi adulti. Neanche dei miei compagni di classe ho una memoria certa, forse di quattro o cinque... Gli altri non hanno lasciato traccia. Lei me la ricordo, anche perchè all'epoca non era solo tra le migliori, ma era La Migliore, la Queen Bitch. Era un'epoca in cui non tutte le ragazzine erano fighe. Anzi, era proprio il contrario. Era l'incrocio tra goffagine preadolescenziale ed abbigliamento che allora creava un risultato del tutto opposto a quanto produce oggi. Comunque Lei era la migliore.
Ora, io ammasso d'ormoni e d'adipe qual'ero, non ricordo alcunchè. Lei, che si è mantenuta abbastanza bene (non c'è paragone, comunque: cristallizza ancora il fascino d'allora) di me si ricordava...
Oggi l'ho intravista appanchinata con un tipo. Che altro non dovrebbe essere, ma ne ho solo intravisto la sagoma, un mio compagno di scuola. Dei cinque anni successivi. Per quanto si tenti di far finta di nulla, la gabbia della realtà non ha confini molto grandi.

martedì 1 luglio 2008

Silenzio... alla fine

Non c'è alcuna soddisfazione nel silenzio. Poche occhiate e nessun sorriso. Disegnato e progettato per essere s0lo, questi ultimi anni mi hanno definitivamente sottratto la speranza di poter essere differente, di poter ottenere quello per cui l'esistenza stessa sembrava essere qualcosa di differente dall'assommarsi insensato di momenti consequenziali, quel qualcosa che in assenza di una migliore definizione potrebbe dirsi felicità. Ormai la bellezza mi travolge, come un'onda che fa perdere l'equilibrio, acqua di mare che scivola addosso senza lasciare altro che sale sulla mia pelle. Echi d'estate. Ma davvero la visione di quello che non può che rimanere altro da me mi travolge. E tutte le cose che vorrei dire, me le porto dentro. E forse queste parole circonvolute cattedrali di barocchismi di pixel assomiglierebbero a quelle altre, un insieme triste e senza senso. Mi accorgo tra l'altro di non avere altre lacrime da versare, nessuna recriminazione da esternare, nessun rancore, davvero, solo quel contemplare l'abisso, anzi l'Abisso, che è il finale di ogni storia. L'unica persona con cui potrò mai condividere l'anima sono io, tutto parte e ritorna a me, sfera immobile ed opaca. Nessuna salvezza. Parole senza fiato pronunciate in silenzio.