lunedì 30 marzo 2009

Lettera alla Dea

L’Amore è sordo ed ascolta, capendo, solo quello che ascoltando vuol capire. Se nel tuo mondo non c’è posto per me, nel mio ce n’è fin troppo per te. La febbre che mi sono preso è colpa del passaggio repentino dalla calda camera delle domande al gelido stanzone delle risposte. Vivo in un tempo zero in cui tutti i rifiuti sono uno. Non so se non mi capisci, se non vuoi capirmi, se non te ne frega nulla di farlo. Ma perché, alla fine, chiunque va bene basta che non sia io? Se non ho nulla che non va, perché non vado bene? Condividere con te un tramonto ed un sorgere del sole, non ho mai chiesto altro. Non chiedo altro. Anche solo una volta. Non sono bello, non sono ricco, non ho esperienza, non sono particolarmente intelligente , non faccio sport, sono solo un insieme di negazioni, ma con te, anche solo per un attimo, sono sicuro che ritroverei la direzione del divenire. Sono fermo da troppo tempo, perché non so dove andare, perché ho perso la volontà di proseguire, perché mi manca una dimensione dell’essere. La definizione ultima dell’essere umano è il suo risolversi in una pluralità di dimensioni, ma l’assenza di una sola di esse appiattisce tutto il resto. Aiutami ad essere completo, ti prego. Mia madonna, mio idolo, mia dea.

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