Poco più di dieci anni fa sono arrivato ad un compromesso con me stesso, ho deciso di accettare il fatto di essere infelice per natura e definizione in cambio di ricevere nell'interazione con il mondo un poco di serenità. Nel momento in cui, circa un anno fa, ho scelto di illudermi che potesse essere possibile non sottostare alle regole che governano le relazioni tra le persone di oggi, in breve ho perso la serenità. Mi sono trovato a questo punto infelice senza niente in cambio. Il dolore che lacera il mio ventre, questa vertigine onirica che accompagna ogni mio passo, l'assenza di un sorriso sincero nel mio trovarmi di fronte allo specchio, sono dimensioni che non riesco più a sopportare. Mi stanno mangiando dentro.
Cammino in un cimitero di cui conosco ogni inumato, le lapidi dei miei futuri impossibili che ridono.
giovedì 8 novembre 2007
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