Questa notte qualcuno mi ha svegliato, un amico, qualcuno di cui mi fidavo. Ho alzato la testa dal cuscino e a pochi centimetri dalla mia testa c'era un piccolo occhio nero di un pipistrello grigio. I miei occhi si sono subito stretti per non vedere, la testa è ricaduta sul cuscino. Ho pregato il mio amico di aiutarmi, ma nella stanza non c'era più nessuno. Gli occhi serrati, lo stomaco stretto dalla paura, mi sono reso conto come quel mio amico non fosse che un doppelgaenger.
martedì 30 ottobre 2007
Se Sabato è un giorno pari perchè mi sento così di Martedì?
Se Sabato è stato un giorno pari, anche se i giorni dispari di Domenica e Lunedì sono stati sulla soglia del pianto, perchè Martedì non dev'essere pari? Forse è la pioggia, forse è l'assenza di una sua risposta, forse è la sindrome di Iago. E quando L. mi racconta di come abbia conosciuto in discoteca un tizio, quando arriva in mail una foto di questo e c'è un fottuto clone a torso nudo, non posso fare a meno di ricordarmi di quanto io sia inadatto ed inappropriato per il mondo dei sentimenti, di come in realtà non esistano giorni pari. Per me tutti i giorni sono dispari.
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Otello o Iago?
venerdì 26 ottobre 2007
Telefonata
L'illusione che potesse verificarsi uno showdown a seguito dei messaggi di martedì si è rivelata per quel che era. Giovedì non è stato un giorno pari. Lei aveva la possibilità di scelta, l'occasione di mandare segnali ambigui o percepibili in quanto tali o quantomeno che lei si poteva immaginare che potessero risultare percepiti in quanto tali. Non sarebbe stato da lei. E da lei non è stato. La sua risposta è stata l'assenza. Di fatto un ennesimo no. Certo, con via di fuga... ma chi ci crede? Io probabilmente non più. Una telefonata rivolta verso un oggetto che non risponde.
giovedì 25 ottobre 2007
Giovedì è un giorno pari.
Mancano poche ore. Pochi chilometri e pochi respiri. Poi tuffato in apnea nel gelido lago dei miei patimenti, sorriderò silenzioso mentre la pioggia frigida congelerà le mie lacrime. E' giovedì, miei signori, è tempo di dare spettacolo, è tempo che cadano gli imperi, è tempo che la lucertola canti il suo sibilante ed arcano inno tra le rovine coperte di licheni che pesano sul mio cuore, è tempo che la nave levi la sua ancora e salpi per quello che si trova al di là dell'orizzonte. E' giovedì, bimba. Tempo di lasciar perdere le parole. Almeno stanotte.
martedì 23 ottobre 2007
Giorni Pari
Non c'è una ragione specifica ma alcuni giorni sono pari. Il Martedì è un giorno pari. Martedì ho cercato di fare finta di nulla ma è finito in poesia. E' stato un movimento istintivo, dopo una giornata di finta indifferenza: dirle che quello che provo non è cambiato, che ogni volta che la vedo è un dono.
Giovedì è un giorno pari. Lei potrà o non vorrà raggiungerci in Società. Sabato è un giorno pari. Saremo a cena in un'altra Società, ma sarà un gruppone e... Voglio comunque che siano giorni pari, malgrado tutto. Nonostante tutta la tristezza e la disperazione che da essi trasuderà.
Giovedì è un giorno pari. Lei potrà o non vorrà raggiungerci in Società. Sabato è un giorno pari. Saremo a cena in un'altra Società, ma sarà un gruppone e... Voglio comunque che siano giorni pari, malgrado tutto. Nonostante tutta la tristezza e la disperazione che da essi trasuderà.
lunedì 22 ottobre 2007
Lady Deborah, un bacio
Immagina di sognare una ragazza che non vedi da più di 15 anni. Era carina all'epoca, due anni più grande, timida e soffice, materna senza alcun accenno di leziosità. Nel sogno me la sono trovata di fronte in un luogo affollato, un treno forse, comunque si era in piedi, e lei era come sarebbe oggi, tanti anni dopo, ma con le stesse qualità di allora. Allora, peraltro, non credo che averle dedicato che un pensiero fugace, o forse neppure quello. Ora, nel sogno, la fisso negli occhi e lei mi sorride. Ci riconosciamo, lei racconta di come sia sola; io, non staccando il mio sguardo dal suo, le chiedo se ha voglia di uscire. Lei sorride ed acconsente. Mi sveglio. Lei si chiamava Deborah. Questa notte mi ha reso felice.
giovedì 18 ottobre 2007
La Figlia di Castrovalva
Ascoltando le avventure della figlia di Castrovalva non potevo fare a meno di essere assalito da una vaga tristezza. Affermare che non fossi innamorato un poco di lei sarebbe stato dire una bugia, mentre non potevo giurare d'amarla. Ma qualunque cosa io provassi nei suoi confronti, era di fatto ininfluente, perchè, comunque, volere qualcosa di più che qualche racconto delle sue avventure, sarebbe stato perderla. La cosa che però mi faceva più male era la facilità con cui lei si concedeva ai cloni. La sfacciatagine del clone è un qualcosa di inquietante. Il clone ha sempre sulle labbra le parole giuste. La figlia di Castrovalva parla con tutti, sorride ed accetta gli inviti. Forse è troppo facile interessarla, forse la costante volatilità dei suoi sentimenti viene scambiata per facile arrendevolezza, tant'é che fa apparire a esseri umani come me quanto sia liquido muoversi nell'universo dei cloni, come ci siano poche regole e molta libertà, anche se so che questo non è altro che un sintomo di decadenza della nostra civiltà che si sta dirigendo a lunghi passi verso il confine estremo della Fine del Tempo. Non so se c'è un'anima che m'attrae oppure se anch'io come altri sia preso da quella strana malia che la circonda come ragnatela, so solo che con la figlia di Castrovalva mi trovavo bene, che a lei ho detto cose che non ho mai detto a nessuno, che è cresciuta sino a diventare un paradigma di donna con cui trascorrere una vita. L'avrei persa prima o poi...
martedì 16 ottobre 2007
L come A
A volte non importa cosa ci sia in realtà dietro quei due occhi azzurro ghiaccio. Non importa se ci sia profondità o ineffabile inconcludenza in quelle sue parole in libertà. Non ti rendi conto di quanto sia inutile scrivere di quanto sei solo, di quanto il momento sia poco propizio per una tua mutazione in divenire. Angel che vive una realtà tutta sua, immersa nel colore, non comprendendo il mondo così com'è, rifiutandolo quando si intromette come acqua in un barattolo di zucchero. E muore, si lascia morire, rivelando una capricciosa coerenza tra vita e sogno. E' un personaggio che si odia, si compatisce e non si può fare a meno di amare. Io, naturalmente, sono la sua segretaria lesbica.
venerdì 5 ottobre 2007
OrsO
Sto camminando scalzo sulle roventi sabbie del tempo, a digiuno di cibo e di amore, pronto a crollare spento come una marionetta a cui abbiano tagliato d'improvviso le fila del discorso. Orso morente di fronte ad una bimba vestita di nero. Le salterei addosso se non fossi così morto.
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